lunedì 26 settembre 2011

Berlusconi tenta una exit strategy

 

 

 

 

Berlusconi tenta una exit strategy

A vuoto numerosi tentativi di lasciare il paese. Potrebbe fuggire in una valigia come fece Kappler, ma non ha più una moglie disposta ad aiutarlo – Una mozione del PdL in Senato: “Colleghi, questa volta non facciamo la cazzata di passare da Dongo!” – Grande festa a Palazzo Grazioli per l’elezione di Miss Claretta Petacci: la vincitrice potrà fuggire con Silvio
Molti europei e quasi tutti gli italiani si chiedono in questi giorni perché Silvio Berlusconi non se ne va. La risposta è molto semplice: tutte le exit strategy sono finora fallite. Il Misfatto ha ricostruito nei minimi dettagli i tentativi andati a vuoto.
Il furgone della lavanderia – Finalmente convinto da Gianni Letta a lasciare Palazzo Grazioli per le sue residenze caraibiche, Silvio Berlusconi ha elaborato un piano geniale: uscire nascosto tra la biancheria sporca diretta in lavanderia, come ha visto fare in decine di film. Purtroppo, nessuna lavanderia della capitale ha accettato il carico: “Non siamo attrezzati per la disinfestazione”. Dopo numerosi tentativi, il furgone è tornato a Palazzo Grazioli con il suo carico, Berlusconi compreso.
Audace travestimento – Troppo alto Alfano, troppo magro Ghedini, paradossalmente troppo basso Brunetta. L’idea di Silvio Berlusconi di uscire da Palazzo Grazioli travestito da ministro stava per essere abbandonata, quando Gianni Letta ha fornito l’idea risolutiva: il premier si sarebbe avviato all’esilio fuggendo travestito da Sacconi. Purtroppo, percorsi duecento metri, una folla inferocita ha riconosciuto il ministro del lavoro e tentato il linciaggio, costringendo il premier a una veloce marcia indietro.
Nei panni di una bionda – Le soluzioni semplici sono le più efficaci. A Silvio Berlusconi è bastato indossare una parrucca bionda per essere identico in tutto e per tutto a sua figlia Marina. Si è dunque avviato sereno, certo di non essere riconosciuto, verso l’aeroporto. Purtroppo, fatti pochi passi, è stato circondato da un drappello ostile di autori ed editor della Mondadori, che minacciavano di passare alle vie di fatto furibondi per la nomina di Sandro Bondi a consigliere della casa editrice. Nel ritorno precipitoso a Palazzo Grazioli, il premier ha strappato il prezioso tailleur.
Fuori dal tunnel – Facendo tesoro della lezione dell’amico Gheddafi, Silvio Berlusconi ha fatto costruire un tunnel sotterraneo per collegare Palazzo Grazioli all’aeroporto di Ciampino, dove lo attendeva il suo jet privato, destinazione Antigua. Purtroppo, gli ingegneri – tutti laureati al Cepu – hanno sbagliato i calcoli e il premier è sbucato, stanco e impolverato, nella cella di Giampi Tarantini. Il pronto allarme delle guardie carcerarie lo ha costretto a una veloce fuga che l’ha riportato in salvo nelle stanze della sua residenza romana. Laconico il cominicato di Palazzo Chigi: “Il presidente ci proverà ancora”.


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