giovedì 7 luglio 2016

I PANNI SPORCHI DOVE SI LAVANO?




Molti pubblicano anche quante volte vanno in bagno durante la giornata.
Una delle cose più fastidiose che può capitare quando siamo su Facebook è quella di essere taggato in qualche foto senza essere avvisati. Se la foto è particolare (magari una foto di 4 anni fa dove eri sbronzo al pub) potrebbe non essere simpatico averla sulla nostra bacheca. Comunque esiste una funzione di privacy che permette di bloccare il tag automatico, quindi ogni volta che una persona ti vuole taggare dovrai essere tu ad autorizzare.
Un continuo ricevere inviti per i vari giochi presenti sul Social..... molto fastidiosi.
Evitare di aggiungere persone ai vostri gruppi senza prima avvisarle
Itagliano: ..  è vero che siamo su Facebook…è vero che il linguaggio è più smart…..ma almeno le basi
Il rivoluzionario si fa in piazza e non dietro un computer
Se avete litigato con una persona evitate di fare delle “Social piazzate” con litigate plateali su Facebook (coinvolgendo loro malgrado anche altre persone) o pubblicando link con “messaggi subliminali”
Le effusioni amorose fatele in privato

I panni sporchi si lavano su Facebook. Pare sia questa la nuova tendenza. Per essere sempre informati sui fatti privati dei propri amici e nemici basta un click. La prassi è semplice, accendere il computer, accedere a Facebook, e per miracolo piovono tante di quelle notizie che nemmeno un giornale di gossip saprebbe reggere il confronto. Il social network, più usato al mondo per mettere in contatto persone che non si trovano proprio dietro l’angolo, ha cambiato radicalmente la sua funzione originaria, diventando un ottimo mezzo di comunicazione per far sapere agli altri tutto quello che li succede, e quando si dice tutto, si intende dire proprio tutto.

Spesso usato per attaccare verbalmente qualcuno che a colpi di domanda e risposta coinvolgono gli altri in un salotto del divertimento. Certo assistere a certi spettacoli senza tirar fuori neanche un centesimo, non è poi così male. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel modo di comunicare tra le persone, da precisare ovviamente non di tutte.

C’è infatti chi tiene ancora al riserbo delle proprie vicende, preferendo lavare i propri panni in privato. Ciò che diverte sicuramente gli spettatori, è che dopo gli insulti, arriva il momento di postare le foto da far vedere al rivale, e allora se il nemico si sente colpito ci sarà un book fotografico, da entrambe le parti, quasi come se si dovesse vincere il premio per il miglior scatto, ovviamente il pudore qui ha la peggio sulla sensatezza, perché certe foto sono a dir poco fuori luogo. Facebook troppo spesso viene usato per abbattere la comunicazione diretta dove può essere più agevole creare una riappacificazione.

Discorso diverso per quanto riguarda i social, perché viene, a parer loro, colpito pubblicamente l’orgoglio, e per dimostrare agli altri di essere nel giusto, si continua in una linea di attacco. Ecco perché la condivisione di certe sfuriate sui social network può essere nocivo per chi ne è coinvolto. Facebook è un mezzo di comunicazione divertente se usato in maniera corretta, infatti non bisogna sottovalutare i rischi e le ripercussioni che certi commenti negativi possono avere sulle persone.



Giudicare le prestazioni dei partner e dichiarare il proprio amore/interesse in anonimato: è la nuova moda sui social network. Tutto ha inizio nelle università britanniche: pagine web e gruppi creati per parlare, condividere, giudicare e raccontare le proprie esperienze con i coetanei per ricevere consigli o consolazioni. Pagine create per dichiararsi a persone incontrate nei corridoi, al semaforo, al bar o alla fermata dell’autobus. Si parla per lo più di sconosciuti ai quali non si ha il coraggio di dichiararsi: sono pagine dedicate al flirt in totale anonimato utilizzate soprattutto in contesti circoscritti come aule studio, biblioteche, quartieri o appunto università. Da Nottingham arriva una sorta di pagella interattiva chiamata “Rate your shag” sulla quale gli studenti giudicano con tanto di voto le prestazioni e le capacità amatorie del partner citati con nome e cognome, persone che a volte sono totalmente ignari di essere su Facebook e soprattutto del fatto che si parli di loro. Non a caso il sito è stato chiuso nel giro di pochissimo tempo per problemi di privacy. A rischiare grosso non era soltanto il creatore della pagina ma il social network stesso. Il fenomeno non è passato inosservato e in Italia è nata una pagina sulla stessa falsa riga, ma più attenta alla privacy. Il nome lascia poco spazio all’immaginazione “PSDM. Prestazioni sessuale di m...” : nel giro di pochissimi giorni ha raggiunto il record di “likes” (420 mila ). Una pagina su cui ragazze e ragazze raccontano le proprie disavventure in totale anonimato, scambiandosi consigli e confidenze. Non mancano racconti piuttosto disinibiti, risate e prese in giro, nessun pudore. Tanto è tutto anonimo! E ancora. Sempre dalle università britanniche arriva la moda degli “Spotted” (“adocchiato”). Tutto nasce nel 2010 a Londra quando uno studente decide di creare una pagina dove poter giudicare e commentare le ragazze. Anche in questo caso la pagina ha avuto vita breve, ma l'idea ha provocato effetto virale. Ad oggi infatti sono migliaia le pagine “spotted” su facebook su cui i ragazzi si dichiarano, ma non solo. Oltre agli apprezzamenti fisici, si fa sempre più comune la moda dell'insulto. E per non farsi mancare proprio nulla, ‘tira’ anche la rivelazione di segreti sulle persone considerate “nemiche”. Fenomeni sui quali riflettere, perché in mezzo ci sono ancora i giovani. Che continuano a camminare sul filo del rasoio tra nuovi metodi di comunicazione e contenuti, finalità. Si parla e si sparla sul web, spesso nascosti dietro l’anonimato o un anonimo nickname, si fanno rivelazioni, si raccontano profili e abitudini che non hanno riscontro nella quotidianità. Una piazza virtuale che sostituisce l’incontro, il confronto, il dialogo: quello più autentico. Parole, riflessioni, pensieri dichiarati guardandosi in faccia e non millantati dietro e dentro un mondo molto virtuale e poco reale.



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