venerdì 26 agosto 2016

IL VALORE DELLE MEDAGLIE



Salire sul podio delle Olimpiadi mettendosi al collo una medaglia è una di quelle cose che davvero nella vita non hanno prezzo. Le medaglie di Rio 2016 un valore economico lo hanno per davvero ed è diverso per ogni nazione, con differenze tra un paese e l'altro a volte del tutto inaspettate.

Stando ai dati riportati da Moneynation, nella classifica dei premi l’Italia si piazza al secondo posto: 150 mila euro è quanto gli azzurri riceveranno dal CONI per la medaglia d’oro, 75 mila per quella d’argento e 50 mila per il bronzo. 

I lettoni per le loro medaglie pagheranno dai 140 mila del metallo più pregiato ai 49,4 mila del bronzo, passando per i 70,5 mila dell'argento.

E le nazioni riconosciute universalmente come più ricche e ‘potenti’ sono anche quelle che, data la facilità nel conquistare medaglie, non hanno bisogno di spronare più di tanto i loro atleti. Ecco perché in Usa per un oro non sono disposti a sborsare più di 25 mila dollari, che diventano 15 mila per l’argento e 10 mila per il bronzo. Cifre simili - 17,9 mila l’oro, 13,4 mila l’argento e 8,9 mila il bronzo - a quelle elargite agli atleti canadesi. 

In Europa c’è chi si allinea con le politiche Nordamericane, come la Germania che paga 17,5 mila euro una medaglia d’oro, e chi invece cerca una via di mezzo, vedasi la Francia che parte da 58 mila euro (a scendere). C’è anche chi però decide di non elargire nessun compenso ai suoi atleti, rei di ricevere già parecchi benefici per la loro preparazione e la loro attività: tra queste ci sono Norvegia, Svezia e Gran Bretagna. 



Fossero state di oro massiccio (ma non lo sono), avrebbero potuto pesare fino a un kg e valere quasi 40mila dollari.

I brasiliani, però, hanno deciso di andare di economia. La Casa da Moeda (la Zecca) ha utilizzato per la produzione il 91,4% di argento e l’1,2% di oro – cioè 6 grammi. Il valore si riduce in modo più che sensibili: almeno 546 dollari. Non è un granché, ma meglio di niente. Del resto si gioca per partecipare e non per vincere.

Oltre al peso e al valore, anche la forma non è sempre stata la stessa. A Parigi, nel 1900, furono rettangolari. A Stoccolma, nel 1912, ovali. Le più spesse – quasi un centimetro – vennero assegnate a Barcellona, nel 1992. Le più piccole erano a Londra, nel 1908 – ma erano, come si è detto, dorate: 72 grammi di oro puro. Se qualcuno le avesse in soffitta, sappia che valgono, oggi, circa 3mila euro l’una.

La tregua olimpica però non vale per l'agenzia delle Entrate. E i premi, considerati guadagni, vengono tassati nel 740 (o le varie versioni nazionali della dichiarazione dei redditi) al rientro a casa.





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