giovedì 2 marzo 2017

PIGIAMA SI PIGIAMA NO



«Un gentiluomo può farsi vedere in pigiama soltanto dalla moglie e dal maggiordomo» — meglio di Winston Churchill: quando le bombe naziste piovevano su Londra, dormiva nel bunker sotto Westminster non in pigiama ma con una comoda tuta militare appositamente realizzata dal suo camiciaio di Jermyn Street (Turnbull & Asser). Era per lui impensabile che il primo ministro di Sua Maestà, in caso di evacuazione del bunker nella notte, venisse visto in pigiama dal suo staff e dalle guardie militari.

Il padre della tendenza di passeggiare in pigiama — come sempre quando si parla di stile informale — è un americano, Hugh Hefner, fondatore di Playboy , che da adolescente aveva l’aspirazione di vivere circondato da belle ragazze senza prendersi neppure il disturbo di scendere dal letto e così è stato, sei decenni in pigiama di seta e vestaglia circondato dalle sue Playmate. Immagine da viveur che non poteva influenzare la moda: ci sono voluti molti anni per questa lunga marcia, da quando Hefner archiviò giacca camicia e pantaloni (per non parlare della cravatta: si parla dei sogni di un adolescente che non voleva diventare grande), ma il pigiama ce l’ha fatta: è sdoganato. Ora in versione modaiola, di lusso, con tessuti pregiati e stampe esclusive.

Pigiama non come trasgressione o segnale di sbraco imperante ma come diritto, simbolo di indipendenza. Artisti contemporanei come Julian Schnabel, rapper come Wiz Khalifa e cantanti come Rihanna, attrici come Jessica Alba, modelle come Cara Delevingne (peraltro abituata a fare tardi la sera, è logico che possa confondere gli orari) lo portano di giorno, al punto che il pigiama è diventato a sorpresa il capo del concluso 2016. Marina Abramovic aveva organizzato al Heaven Gala benefico di Santa Monica una performance in pigiama (con sfilata di Costume National allora diretto da Ennio Capasa) davanti alle star di Hollywood; Dolce & Gabbana hanno preso il pigiama e l’hanno trasformato in prezioso capo di alta moda, con una capsule collection «Pigiama Party» e un evento ad hoc a Hollywood, e un marchio di elegante nicchia come F.R.S. di Francesca Ruffini (le iniziali della stilista, ma è un acronimo che sta anche per «For Restless Sleepers», per dormienti inquieti) ha fatto del pigiama il suo capo fondamentale. Forse perché di questi tempi difficili ci rassicura: è il capo che indossiamo a letto, al sicuro, sotto le coperte.



Dormire nudi fa bene, rende più felici, migliora la qualità del sonno e fa sentire più rilassati.

Secondo l’American Academy of Sleep Medicine, la temperatura corporea scende in modo naturale mentre si dorme profondamente. Questo fenomeno è dovuto al Ritmo Circadiano, un ciclo di circa 24 ore, che regola molti fenomeni, come le fasi di dormiveglia, il ritmo cardiaco, le secrezioni ormonali, la pressione sanguigna o la risposta immunitaria. Indossare il pigiama può disturbare questo naturale abbassamento di temperatura e, di conseguenza, disturbare il sonno e provocare insonnia.

Il nostro corpo durante la notte si raffredda, facendo crescere il livello dei nostri ormoni e, contemporaneamente, abbassando quello del colesterolo. Il sonno perfetto si compone di due cicli: il primo in cui il nostro organismo fa abbassare i livelli di cortisolo e il secondo in cui il corpo lavora per innalzare di nuovo questi livelli in vista del giorno dopo, per farci alzare con energie sufficienti. Se il sonno è interrotto (per esempio dal pigiama scomodo), il corpo produrrà più cortisolo del solito e questo eccesso fa si che l’appetito aumenti.

Uno studio scientifico, ha scoperto che dormire in temperature più fredde è strettamente collegato a migliorare il nostro metabolismo: abbassa i livelli di zucchero nel sangue e previene il diabete di tipo 2. Gli scienziati hanno scoperto che, quando i partecipanti dormivano nudi abbassando così la loro temperatura, il loro grasso malsano ha cominciato a diminuire nel giro di poche settimane, e la loro salute è rapidamente migliorata, soprattutto negli aspetti metabolici.

Dal momento che la vagina ha temperature interne simili a quelle tropicali, è anche il luogo adatto per la proliferazione di batteri e infezioni. Dormire nudi aiuta a rendere più asciutte le parti intime e a preservarle da questi rischi.

Gli uomini possono fare in modo che i testicoli riposino a una temperatura inferiore, aumentando la fertilità e migliorando la qualità dello sperma.

Dormire senza pigiama e vederci nudi appena svegli ci rende più felici e fa crescere la fiducia in noi stessi. Essere più sicuri di noi serve a sentirci anche più belli e perfettamente a proprio agio col nostro corpo.
 
Abbandonare il pigiama aiuta a sentirci freschi durante la notte, ci fa sudare meno e ci fa risparmiare quei 20 o 30 minuti che avremmo dedicato alla doccia il mattino seguente.

Le ore di sonno profondo sono tra le 10 di sera e le 2 di notte quando i livelli di cortisolo sono al minimo, poi dopo le 2 del mattino, le ghiandole che producono il cortisolo iniziano a lavorare più attivamente per preparare il corpo per il giorno successivo. Per questo ci si sente così eccitati al risveglio.

Questo perché gli ormoni della crescita come il cortisolo, vengono rilasciati durante la notte. Se si ha un rilascio graduale perchè il sonno è costante, non si otterrà l'effetto pericoloso di svegliarsi con un grande appetito (causato proprio dalla produzione massiva di cortisolo durante una notte agitata) che viene generalmente tappato mangiando alimenti che si concentrano proprio sulla pancia. 

Facile pensare che essendo già nudi è un attimo fare sesso. Ma vi sono anche motivi scientifici alla base di questa idea. Non solo il contatto pelle-a-pelle stimola la voglia e aumenta l'intimità, ma rilascia anche ossitocina nel cervello. Questo ormone riduce i livelli di stress, che a sua volta ti fa permette di essere più propenso anche al rapporto sessuale. Insomma dormire nudi è un processo che induce diversi meccanismi positivi. 

Più tempo si spende nudi, più contatto avete con la vostra pelle, e via di seguito più fiducia nel vostro corpo. Tanto da sentirti decisamente più attraenti anche verso gli altri. Secondo uno studio svolto dalla University of Central Florida, gli studenti pro-nudità "erano significativamente più positivi nell'accettare altri gruppi religiosi e i membri della comunità LGBT" rispetto agli studenti anti-nudità.



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